Importanti novità in ambito scientifico e giuridico: dopo anni di battaglie Giovanni Mario ha finalmente scoperto quale è il suo nome e quale il suo cognome. Il caso suscitava già perplessità quando docenti, dipendenti del Comune e agenti di polizia non riuscivano a identificare questo cittadino chiedendo continuamente quale fosse il nome e quale il cognome.

I legali di Giovanni Mario hanno impugnato una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo secondo la quale ogni cittadino ha diritto a conoscere il suo cognome. Negli scorsi mesi vi era stato a Roma un incontro di vertice dove ha partecipato tra l’altro il Prefetto di Caserta e il Presidente del Consiglio Gentiloni e il Presidente della Camera Boldrini. Il fine dell’incontro è stato quello di sciogliere finalmente l’annoso dubbio per non andare incontro alle multe salate dell’Unione Europea.

Fu deciso di creare una commissione parlamentare ad hoc in grado di dare finalmente una soluzione. La Commissione, così come riportato dai verbali, ha iniziato una approfondita indagine coinvolgendo noti storici, antropologici, linguisti, filosofi, per identificare l’esatto nome e cognome. Il risultato? Nessuno!

La Commissione infatti non è riuscita a sciogliere il dubbio a causa delle divisioni che sono emerse. Nella stesura del verbale si legge che non vi sono i presupposti per affermare che Giovanni Mario abbia un cognome. Una decisione che ha suscitato molte perplessità dal punto di vista giuridico ma che ha avuto l’appoggio di illustri accademici.

Il caso quindi è stato sottoposto alla Corte Costituzionale che ha stabilito che, pur non essendoci basi storiche nell’esistenza del cognome, è diventata ormai una consuetudine considerare che Mario è da intendersi come cognome. 

Il caso quindi dal punto giuridico è stato risolto, Giovanni è il nome e Mario è il cognome. La soluzione sembra aver messo d’accordo tutti almeno dal punto di vista legale. Una importante battaglia vinta da Giovanni Mario, esempio per tutti i cittadini che vogliono vedersi riconosciuti i propri diritti. Alla battuta “Quale è il nome e quale è il cognome” Giovanni potrà adesso mostrare una sentenza della Corte Costituzionale che gli da ragione. Mica cosa da poco!

 

Di webete

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